Ieri sera ho seguito con interesse l’intervista di Lilli Gruber con De Benedetti , personaggio di grandissimo rilievo che ho talvolta incontrato da giovane quando lavoravo nelle banche d’affari .
Sentirlo parlare anche da anziano , al posto degli habituè 5 Stelle per i quali cambio subito canale, è sempre molto interessante in quanto rappresenta una faro nella notte economico-politica in cui sopravvive l’Italia con i suoi falsi profeti.
Ho avuto conferma della mia teoria da sempre sostenuta che la principale di tutte le battaglie nel Mondo ed in Italia in particolare , è la lotta all’evasione fiscale stimata nel nostro Paese non inferiore a 100 miliardi . Sono totalmente d’accordo poi che detta enorme evasione resta tale perché non la si vuole combattere disponendo lo Stato, grazie alla tecnologia di oggi ed i Media, di tutte le informazioni capaci di debellare questo cancro al 99% , senza far altro che sincronizzando i dati pubblici esistenti su ciascuno di noi, senza ulteriore altra indagine. Le intercettazioni poi sono uno strumento fondamentale non solo contro la criminalità ma anche per debellare questo cancro fiscale. La Finanza all’epoca dell’ex Presidente del Consiglio Monti fermava anche le macchine e le barche . Combattere l’evasione fiscale equivale a combattere la mafia , dato che è il suo strumento base d’azione .
Su un’unica cosa mi permetto di dissentire da De Benedetti: la patrimoniale . Ho infatti da sempre considerato questa tassa , per chi è in regola fiscalmente, una doppia tassa, perché è su qualcosa che è stato già tassato , che può essere tassato solo se produttore di reddito aggiunto. Senza poi considerare che il Patrimonio, soprattutto se non facilmente vendibile e senza reddito non è affatto un privilegio ma un serio grave problema da risolvere e non da tassare . Su questo punto De Benedetti , cittadino svizzero , non ha risposto alla domanda che gli è stata fatta di come concepisse detta tassazione patrimoniale.
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