CORRIERE DELLA SERA DIGITAL EDITION DEL 14/04/20
Pomezia, vaccino pronto. Ora i test
L’Irbm invierà il primo lotto in Inghilterra: sarà sperimentato su 550 volontari
Da ogni parte del mondo si moltiplicano annunci sulla scoperta di un vaccino anti Covid-19, ma i tempi e le modalità della sua applicazione variano in un range che oscilla tra gli otto mesi e i due anni, un tempo assai breve se si pensa che le sperimentazioni ordinarie durano molto più a lungo. A tracciare un arco temporale più ristretto è stato ieri l’istituto Irbm di Pomezia, che già nel 2014 aveva realizzato la cura anti Ebola, annunciando che a fine aprile il primo lotto del vaccino messo a punto dalla partnership con l’Istituto Jenner della Oxford University partirà dai laboratori della cittadina alle porte di Roma per l’Inghilterra, dove inizieranno i test accelerati su 550 volontari sani.
«Visti i risultati dei test in vitro abbiamo ipotizzato, contemporaneamente alla sperimentazione sugli animali, di andare direttamente alla fase 3, sull’uomo (saltando dunque la fase 1, quella con solo 15 persone, e la 2 con meno di 150 e due anni di tempo ndr) — spiega Piero Di Lorenzo, amministratore e proprietario di Irbm —. L’istituto Jenner è fiducioso nel ritenere che entro la fine di settembre avremo i primi risultati. Le dosi a disposizione saranno distribuite gratuitamente soltanto ad alcune categorie più esposte, come il personale sanitario e le forze dell’ordine».
Al reclutamento in Inghilterra hanno già risposto molti volontari (è previsto un «gettone» di partecipazione di qualche migliaio di euro) e i ricercatori stanno ora selezionando un campione che contempli diverse età, patologie, tipo e luogo di lavoro. A infondere ottimismo al progetto, le competenze dei due partner: Oxford ha messo a punto il vaccino per la Mers, mentre Pomezia è leader negli studi sugli adinovirus, che hanno portato alla creazione del farmaco anti Ebola.
«La combinazione di queste due expertise — precisa Di Lorenzo — ci ha portato alla realizzazione del vaccino anti Covid 19.I volontari a cui sarà iniettato saranno esposti anche a soggetti infetti dal coronavirus. E se tutto funzionerà, non si ammaleranno e avranno sviluppato gli anticorpi, si andrà oltre gli accordi commerciali tra industrie e gli interlocutori saranno le istituzioni, in particolare tre governi nel nostro caso, per l’avvio di una produzione che dovrà mobilitare moltissimi laboratori Gpm (Good manufacturing practise ), centri ad altissima specializzazione dove ci vuole un’ora per entrare e una per uscire. Ma, anche considerando il successo di questo nuovo farmaco e mettendo in campo una potenza di fuoco, i tempi per immunizzare tutti a livello globale non saranno brevi e ci vorranno anni, dato che sulla terra siamo 8 miliardi».
Forse si partirà gradualmente a ottobre.«Abbiamo avuto un importante incoraggiamento al nostro lavoro da parte del ministro della Ricerca Gaetano Manfredi e della presidenza del Consiglio — conclude Di Lorenzo —. Noi stiamo cercando di decuplicare la nostra capacità produttiva, ma poi dovranno entrare in campo le multinazionali che hanno una potenza mille volte più grande dei singoli laboratori».
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