Ieri sera il solito sonnifero e cioè la televisione, non ha funzionato e sono rimasto sveglio godendomi la visione della vita di Adriano Olivetti sulla rete uno .Non ho visto infatti né la scimmia-filosofo di Cartabianca , né i programmi di Mediaset caratterizzati dall’ossessiva sete di denaro con abuso di pubblicità tipicamente americana e neppure i caotici soliti litigi politici della pur brava rete Sette . Uso dei surrogati dei farmaci soporiferi costituiti dalla maggioranza dei programmi televisivi che un Biagio Agnes avrebbe certamente censurato .
Ho scoperto che Adriano Olivetti è stato quello che io avrei voluto essere ma ci sono riuscito solo in piccolissima parte e cioè è riuscito a coniugare la mentalità imprenditoriale con la filosofia sociale . In pratica ha fatto l’esatto opposto di Berlusconi , l’imprenditore in politica che ha ingannato negli anni settanta la maggioranza del Paese, me compreso . Le nuove maggioranze politiche , e non solo in Italia, ispirano la mia attuale teoria del necessario “sano fallimento” che ha ispirato dieci anni fa il mio libro nato dalla politica dell’ignoranza e del fare solo i propri egoistici interessi . La predetta mia teoria economica è , in poche parole , l’avvento costruttivo della “quiete dopo la tempesta” di Giacomo Leopardi , d’altronde quello che c’è stato alla mia nascita nell’immediato dopoguerra.
Invito chi si è perso il citato originale televisivo a rivederselo su RAI-Replay , per capire meglio .
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