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Varie: 70 anni per pensare

Oggi , nel Nuovo Medioevo, come definito nel libro “Accadde nel lontano 2025” scritto nel 2010 , che preannuncia l’avvento di Renzi in politica (molto simile al protagonista Stefano) e Papa Francesco, per la rivoluzione in una Chiesa di preti noiosi, l’umanità appare “drogata” dal denaro , dall’effimero , dall’apparire più che dall’essere,  dal riempire le giornate a qualsiasi costo, facendo cose del tutto inutili e superficiali, pur di non dare spazio al “pensare” , strumento per “capire” il significato della realtà in cui viviamo.
Credo che chi ha la fortuna di arrivare lucido a settant’anni  debba smettere di “drogarsi” di tale livello inferiore di vita classificabile come un basso girone Dantesco.
Credo che almeno a settant’anni , qualora  non avvenuto prima, non si debba più essere passeggero di un treno guidato da  altri in un viaggio che non sappiamo dove ci porti. Ci si deve cimentare ad essere un macchinista che sa dove deve e vuole andare.
Per liberarci dalle nostre “droghe” dobbiamo fare poche ma fondamentali cose.
La prima cosa da fare è di liberarci dai condizionamenti mediatici, una sceneggiata da “Guelfi e Ghibellini” architettata da una classe politica incapace e corrotta e da un potere economico miope che predicano  ideali  che loro  non rispettano , impoverendo di fatto la qualità della nostra vita che è un bene UNICO e IRRIPETIBILE.
La seconda cosa da fare è di imparare ad  essere costruttivamente critici , liberi da  condizionamenti di regole convenzionali stabilite da conformisti autonominatisi professori che  non hanno ancora capito, prima di mettersi in cattedra, che  l’Universo misterioso , la Natura , quella Cosa che la cosiddetta civiltà tenta di distruggere, e infine  i Proverbi , la saggezza dei Popoli, sono le uniche tre  fonti vere di riferimento del “pensare” e quindi del “capire” distintivo tra l’essere umano e l’animale.
La terza cosa da fare è di tener lontano chiunque non abbia valore aggiunto, cioè ci faccia sprecare inutilmente il nostro limitatissimo tempo di vivere, impedendoci di riflettere su cosa è bene e cosa è male.
La quarta cosa da fare è non vivere la vita dei nostri figli, eccedendo nel rapporto persino con i meravigliosi  figli dei nostri figli che, dandoci l’ebbrezza egoistica dell’immortalità, vorrebbero farci sempre fare, per loro comodità,  cose che non spettano più a noi ,privandoci  della nostra meritata conquista di libertà dopo una vita di lavoro e di sacrifici con frutti a loro destinati.
Quinta ed ultima cosa da fare  a settant’anni, è di non avere paura di pensare e , conseguentemente, rallentare per cercare di capire il significato delle cose che ci circondano , affrontando anche la solitudine e il silenzio , se necessario per concentrarci, fuori dal chiasso e dalle banalità, disintossicandoci  dalla “droga” dell’inutile.
La logica, livello intellettivo ben superiore all’istinto degli animali e non solo, è l’unico strumento per capire come abbiamo vissuto e quel che ci resta da fare, accantonati i falsi ideali del potere, del denaro e della carriera, salvando solo l’amore. Il filosofo tedesco Herich Fromm nel suo libro scriveva : avere o essere.
Credenti o no, non si può negare che la Chiesa , pur con tutti i suoi peccati e le sue crociate, si è dimostrata la sola Realtà in grado di rinnovarsi nei Secoli. E’ questo , forse, un primo passo, la nostra ultima occasione, per cominciare a capire qualcosa a settant’anni.
 

 

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