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Rapporti commerciali: soprusi bancari

Egregio .............Consigliere Delegato Banca.......
Rientrando dalle ferie  in data 18/8/13 ho casualmente trovato tra le stampe  di tutto il  mio condominio una sua lettera  non raccomandata a me indirizzata in cui ero “avvertito”  che se entro la scadenza perentoria del 23/9/13 non mi fossi recato in Banca per aggiornare le informazioni sulla mia persona  ai sensi della normativa antiriciclaggio , la Banca si sarebbe riservata di recedere dai rapporti in essere . 
In data 19/9/13 , cioè immediatamente e anticipatamente presente rispetto alla scadenza del termine perentorio datomi dalla Banca da lei rappresentata, a mia moglie , con miei pari poteri di firma, è stata negata allo sportello l’operatività del conto , poi sbloccato dopo che il vostro operatore è stato preavvertito che stavo contestualmente  presso un vostro funzionario diligentemente sottoponendomi all’aggiornamento dati.
Al riguardo dei due fatti esposti commento quanto segue :
1. Non ho mai avuto alcuna comunicazione ufficiale legalmente valida (raccomandata o e.mail certificata) del vostro “avvertimento” e relative conseguenze di cui sono venuto a conoscenza solo casualmente e quindi il vostro “blocco” del conto deve ritenersi un sopruso della Vostra Banca ingiustificabile , dato che è a tutti noto  che il sistema postale del nostro Paese è tra i più insicuri del Mondo; 
2. Nessuna altra banca con cui io opero , compresa la Cassa Sovvenzioni e Risparmio della Banca d’Italia ove tutta la nostra famiglia  ha tutti i suoi conti principali, mi hanno mai inviato una tale “sgradevole” forma di  richiesta di integrazioni dati corredata da “minacce” di chiusura del rapporto . Dovere della banche , a quanto mi risulta dalla conoscenza della normativa della Vigilanza BIT , in linea con la legge antiriciclaggio , è solo richiedere le motivazioni ed eventualmente segnalare alle competenti Autorità le operazioni contanti o comunque sospette .Quindi eventuali  normali aggiornamenti dati possono anche essere richiesti per telefono e corrispondenza , casomai con autocertificazione , dato che siete depositari delle firme autentiche ;
3. Trovo quantomeno ridicola la vostra richiesta in presenza di una  diffusione e trasparenza dei dati personali e bancari italiani, unica al Mondo, in quanto , di fatto, per nulla coperti da Privacy, Legge alla quale  il correntista è costretto di fatto a rinunziare per poter operare .  Le Banche e il Fisco sanno oramai tutto dei loro clienti e cittadini trattati alla stregua di “sudditi” .Ai Vostri atti risulta quindi che sono stato , tra l’altro , dirigente dell’Istituto Mobiliare Italiano ,fusosi con ingente apporto di denaro al San Paolo, che il mio ufficio stava proprio ove ora è la Vostra filiale ed ove ho mantenuto un conto praticamente inattivo in quanto utilizzato solo per l’accredito dello stipendio di mia moglie . Se non abbiamo trasferito anche l’accredito dello stipendio di mia moglie sul conto in BIT  ove è accreditata la mia pensione è solo perché una tale variazione comporterebbe, a nostra esperienza, una serie di disguidi burocratici  da parte della Pubblica Amministrazione, di  durata  non quantificabile .
Da ex dirigente di varie banche a breve e medio termine , amministratore di merchant bank  nonché  , dopo aver deciso di abbandonare un sistema bancario italiano “ingessato” , manager d’aziende pubbliche  e private posso comunque vantarmi di non aver mai firmato nulla , sia pur suggerito da legali , che offendesse il diritto di rispetto dei clienti delle aziende  da me rappresentate.
Distinti saluti
Roma , 19/8/2013
 

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