Caro Andrea, come si fa a non essere d’accordo con le Tue considerazioni.
Purtroppo finora hai ben previsto. Il problema è il come uscirne e la speranza è di uscirne senza “morti e macerie” reali o sociali.
Se lo Stato fosse realista come dovrebbe esserlo una famiglia che ha accumulato troppi debiti, venderebbe i gioielli di famiglia e chiederebbe a “tutti” qualche anno di sacrifici, meno vacanze e più impegno. Le ricette che vanno per la maggiore al momento chiedono meno tasse e più risorse per lo sviluppo, ma quale imprenditore italiano o estero anche se invogliato da un regime fiscale favorevole rischierebbe puntando sul nostro paese ? La mia opinione è che per far ripartire l’economia occorre ancora la mano pubblica; certo, che sia pulita , controllata e che decida in quale comparto investire non per accontentare i soliti noti ma nel reale interesse futuro del paese ( eccellenze, nuove tecnologie, turismo e cultura, manutenzione ordinaria delle infrastrutture). Dove prendere il denaro senza nuove tasse ? Certo risparmi in primis sulla politica, sugli appalti, sugli sprechi ma anche e sopratutto finanziandosi sul mercato con obbligazioni espressamente destinate ai piani di sviluppo a tassi fissi ben più bassi degli attuali, garantite dai beni delle stato conferiti in fondi immobiliari o dalle riserve auree, e per i cittadini italiani chiedendo la sottoscrizione obbligatoria in relazione ai risparmi/patrimoni posseduti.
Non possiamo che sperare
Enrico
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