Anni or sono abbiamo assistito alla fine del sogno economico comunista , che non ha portato alla bancarotta la Russia solo per la presenza di un patrimonio costituito da materie prime quali il gas che ha sopperito alle carenze di produttività .
Stiamo ora assistendo , con la statalizzazione delle banche USA che rischia di diffondersi anche in Europa (Gran Bretagna in primis ) , alla fine anche del capitalismo ? Per assurdo , le nostre banche italiane sarebbero , proprio per la loro arretratezza nel concedere i prestiti, tra le più sicure ?
Io credo che stiamo assistendo solo alla fine della finanza superficiale , quella branca priva di valore aggiunto e scollegata dall’economia , idealizzata da giovanotti inesperti che si sono spacciati da innovatori . Un mito che ha avuto presa soprattutto in USA , cioè in un Paese che mette la ricerca e l’innovazione al primo posto fino al punto di dimenticarsi dei necessari e più elementari controlli di prodotti che sono null’altro che la traduzione finanziaria del “gioco delle tre carte” . Qualsiasi invenzione necessita di un collaudo : dove stavano i vecchi guru dell’economia che avevano il compito di vigilare? Perché non hanno capito che di nuovo nei prodotti di questi giovani rampanti non c’era proprio nulla ? Praticamente sotto i loro occhi si era costituita solo una vecchia stamperia di banconote false!
Non stiamo però assistendo alla fine del capitalismo ma alla fine degli improvvisatori e l’inizio (finalmente!) dell’era dell’economia mista , quella formula che dovrebbe prendere il meglio del capitalismo (regole di mercato) e del comunismo (attenzione al sociale) , condotta da uomini lungimiranti, non di parte e di alta e vera professionalità , innovativi ma capaci di capire la differenza tra l’economia e finanza reale e quella falsa .
Ma se gli USA escono sconfitti da questa crisi non certo si possono considerare vincitori i vecchi banchieri europei ed italiani in particolare , erogatori di prestiti solo ai ricchi . Agli USA infatti resta comunque il merito di aver finanziato nuove iniziative , il venture capital , quelle attività più rischiose ma anche più redditizie, se andate a buon fine, mentre noi da sempre, a livello bancario, produciamo aborti nella ricerca e nell’innovazione . Sinceramente anche per noi c’è poco da gioire e da rallegrarsi per le nostre carenze apparentemente utili in tempi di crisi .
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