Leggendo qualche giorno fa sui giornali i superstipendi dei super dirigenti italiani mi sono ricordato quello che sosteneva Oriana Fallaci ,nella famosa intervita a sé stessa , sugli uomini che hanno fatto la storia dei nostri tempi e cioè che molti erano diventati “potenti per caso” . La tesi della scrittrice , da me totalmente condivisa , era che la dimensione di molti degli uomini che verranno citati dalla Storia è tutt’altro che elevata , essendosi più che altro trovati nelle circostanze favorevoli ad emergere e ad affermarsi . Credo che quello che vediamo nel Mondo confermi tale teoria e cioè che molti di questi potenti non hanno affatto le capacità intellettive e la statura morale richiesta dal ruolo ricoperto .
Mi è venuto in mente questo teorema della Fallaci perché ho conosciuto non superficialmente diversi dei supermanagers citati dai giornali per le cifre da capogiro percepite , quasi sempre non a titolo di premio per i risultati ottenuti ma per una composizione bonaria a seguito di una “messa alla porta” . Ebbene , sarà per mia personale miopia , ma non mi sembravano tanto più bravi di altri che hanno fatto la loro tranquilla e ottima carriera con stipendi alti ma normali . Ed infatti i risultati del loro superoperato non sono assolutamente esaltanti . Anche loro quindi supermanagers per caso ? No , qui c’è una differenza che spiega un tale divario retributivo e che deriva dalla scelta fatta e cioè di entrare o meno abilmente a fare parte della schiera dei tecnici di partito con la conseguenza che il loro supersuccesso o la loro supercacciata (in ogni caso superpagata ) è collegato alle sorti del partito al potere .
Così , collegando i ragionamenti , viene spontaneo chiedersi se anche la colpa di tali ingiustificati superstipendi sia pur sempre dei soliti miopi “potenti per caso “.
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