Ogni qual volta affermo che i voti dati ai partiti non hanno tutti lo stesso peso vengo fortemente criticato . Praticamente la mia tesi è , senza rispolverare gli antichi romani che davano il diritto di voto solo a determinate categorie di cittadini, che un voto dovrebbe avere una valenza diversa a seconda del grado di cultura del cittadino . In pratica il voto di uno scienziato dovrebbe valere almeno tre volte quello di un analfabeta , un po’ come nelle squadre di calcio che chi vince ha diritto a 3 punti e chi pareggia solo ad uno .
La critica non l’accetto da chi , manipolando l’informazione , influenza e sfrutta gli “ignoranti” a proprio vantaggio raccontando loro bugie che , al contrario degli USA , in Italia non sono punibili . E non l’accetto egualmente da chi non ha fatto nulla per combattere l’ignoranza delegittimando i professori nelle scuole a vantaggio di alunni che escono sempre più asini ed impreparati e senza capacità di critica .
Io sono dell’opinione che di fatto il diritto di voto eguale per tutti non esiste perché la capacità di capire il reale significato dei fatti così come ci vengono raccontati ( e votare di conseguenza) non è eguale per tutti .
Sono comunque disponibile a ricredermi ma solo se riceverò delle serie critiche del mondo della cultura , fuori dalla militanza politica .
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