Non sono appassionato di calcio né sono un particolare tifoso del Paese Italia di cui condivido poco o nulla , soprattutto sul piano dell’organizzazione giudicata un ufficio complicazioni affari semplici . Per la verità , il gioco del calcio non mi dispiace ma il contorno ed i tifosi non mi ispirano molta simpatia. . Sono stato comunque contento della vittoria della nazionale italiana ai Campionati del Mondo , soprattutto per i nostri emigrati all’estero che si fanno onore e sono spesso derisi per i mali del Bel Paese , cioè per le stesse ragioni per cui loro stessi sono stati costretti ad andarsene per cercar fortuna all’estero .
Certamente la mia gioia è stata poca cosa rispetto all’euforia smisurata che ho visto in televisione, come forma di rivalsa e di reazione della gente frustrata , quella che fa massa informe perché non ha altro da fare che vivere sognando di essere un altro , un protagonista .
Sono stato contento persino delle belle parole dette dai politici , che hanno elogiato il gioco di squadra sugli individualismi e la capacità di reazione alle difficoltà . Mi ha aiutato a capire che anche i politici capiscono e vedono , anche se sono paralizzati , come su una sedia a rotelle , da regole e contorsioni democratiche immutabili ed obsolete derivanti da ossessioni del passato.
Finita la grande festa , incassati gli utili (sponsor , giocatori e allenatori) sull’Italia del pallone è sceso il silenzio del riposo del guerriero .
Quello che ci resta non sono gli sperati effetti positivi sul PIL , ultima invenzione dei macroeconomisti, ma solo un’Italia che resta nel pallone !
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