Domenica 2/4/06 ho seguito in TV su RAI 3 la trasmissione Report che ha trattato l’argomento di come e perché gli scienziati italiani emigrano negli USA . Ne faccio un rapido riassunto : i nostri studi sono tra i più formativi ed i nostri studenti hanno mediamente un’intelligenza superiore alla media degli altri Paesi Europei e Americani ma quando si tratta di mettere a frutto le loro capacità il sistema Italia si blocca ,li respinge . Le loro prospettive nazionali , una volta laureati, sono quelle di fare ricerche in scantinati , con risorse e apparecchiature ridicole e con stipendi da precari di un migliaio di euro al mese al massimo . Mandando invece semplicemente via E-mail le loro pubblicazioni e curriculum , i nostri potenziali scienziati vengono assunti dalle Università Americane , senza neppure un colloquio . Qui , dopo un breve tirocinio , gli vengono dati i fondi e le attrezzature necessarie a proseguire le loro ricerche in funzione dell’interesse sugli argomenti . I professori universitari americani sono giovanotti trentenni che potrebbero essere i nipoti dei nostri docenti , loro potenziali nonni .
Report ha intervistato in particolare una ricercatrice italiana emigrata in Florida che stava studiando il metodo di ridurre ,fino ad azzerare, le dispersioni energetiche nei conduttori , grazie alla messa a sua disposizioni di risorse di milioni di dollari , dato che l’eventuale successo di una tale ricerca avrebbe cambiato l’economia dei Paesi industrializzati con enormi risvolti economico -finanziari . Questa ricerca non interessava l’Italia .
Praticamente noi seminiamo , investendo importanti risorse nella formazione e quando dobbiamo trarne i frutti , regaliamo l’albero agli altri . Pensiamo di poter sopravvivere al di fuori delle più elementari regole della logica . A noi i cervelli , la ricerca ed i risultati non interessano ma interessano solo le conoscenze e la politica per fare carriera , indipendentemente dai meriti .
Questo è il motivo per cui da ingegnere , abituato all’esercizio della logica, mi sento orfano del Paese in cui sono nato ed a cui , comunque, sono affettivamente legato . E mi dà molto fastidio quando chi ci rappresenta ed è responsabile di fatti come questo e di altri altrettanto gravi (quali la messa in libertà di delinquenti incalliti come , ad esempio, il massacratore del Circeo) esalta l’italianità , cioè la vittoria dell’illogica anche sul normale buon senso di cui tutti gli esseri pensanti dovrebbero essere dotati . Io non riesco a provare orgoglio ma solo vergogna ed umiliazione per essere costretto a prendere le distanze dal Paese che amo .
|
|