Non so se , quando si parla di fuga dei cervelli, si pensa anche al cosiddetto problema dei cervelli sprecati . Mi spiego : il fenomeno del clientelismo e il conseguente potere dei più furbi e scorretti rispetto ai più intelligenti ed onesti , fenomeno certamente mondiale ma che in Italia ha assunto proporzioni bibliche , sta portando sempre più alla ghettizzazione di tale categoria di persone che vogliono lavorare bene e basta , senza entrare in logiche politiche , che sono poi quelle che determinano le carriere , almeno nel Mondo pubblico che conta più del privato . Essere ad esempio un bravo professionista in campo economico o un bravo medico non interessa nessuno e il successo si può ottenere solo entrando in certi “giri” e in certi “interessi” che , come ovvio, hanno delle contropartite spesso non compatibili con le aspirazioni dei cosiddetti bravi ed onesti .
Questi “normali” , definiamoli così , o sono così bravi che riescono a fuggire all’estero e di esempi clamorosi ne abbiamo veramente tanti , dato che siamo i primi esportatori al Mondo di cervelli , oppure si spengono gradualmente restando in Italia , inglobati nella categoria dei cosiddetti “borbottoni” o “barloniani” . Così purtroppo avviene dato che il cervello è un organo come gli altri che , se non usato , decade se non muore addirittura.
La riflessione di oggi è che il numero di cervelli sprecati è di gran lunga maggiore di quelli in fuga e viene allora spontanea la domanda : può un Paese vivere senza cervelli e senza organizzazione ?
La risposta è che si sopravvive male , meglio comunque , province meridionali escluse, a come si vive in IRAQ .Chi si accontenta gode .
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