Sull’Economist del 25/11/05 leggo : Italia, addio dolce vita , riforme o morte . E continua .: cullandosi nelle suadenti vestigia di una dolce vita oramai tramontata , l’Italia si ritrova prigioniera di un lungo ed inesorabile declino ….la posizione della penisola nelle graduatorie internazionali è umiliante…il livello di istruzione si abbassa…cresce l’illegalità….l’invecchiamento della popolazione mette a rischio le pensioni e…ciliegina sulla torta, le finanze pubbliche sono a pezzi.
Cosa replicare o aggiungere ?
In un Mondo moderno che cambia scenari da una settimana all’altra , in una globalizzazione spietata che ci costringe a competere con Paesi , quali la Cina , che non rispettano le regole di mercato , utilizzando la propria dittatura comunista per sfruttare i lavoratori e fare concorrenza sleale ai Regimi Occidentali , di fronte ad una delinquenza organizzata che cambia pelle con la rapidità di un leopardo , in una realtà terroristica che sfida tutti e tutto , senza regole , noi italiani discutiamo da 60 anni quale è il nostro definitivo inno nazionale , dato che quello di Mameli è provvisorio . Da 60 anni ,ripeto ! Immaginiamoci i tempi per le ben più complicate riforme che contrappongono gli interessi di Destra e Sinistra ! Data la paralisi di tutto ci conviene affidarci agli illusionisti che dicono che le cose son fatte anche se non lo sono . Almeno progrediamo nel pensiero , caro Economist .
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