Un bel giorno gli italiani hanno scoperto che la principale fabbrica del Paese , il nostro vanto , il padrone della nostra Ferrari , è in crisi .
Ed ora cominceranno i dibattiti tra esperti , gli articoli , lo studio di soluzioni che fortunatamente non saranno illogiche e al di fuori delle regole di mercato come in passato ,in tanti altri casi analoghi , grazie solo all’Unione Europea . Almeno si spera .
La crisi dipende dalle scelte di non investire sufficientemente nella ricerca , dall’aver scelto di disegnarsi , per risparmiare , i modelli all’interno e mille altre ragioni che gli economisti e professori universitari avranno da vendere .
Io da ex cliente Fiat so solo che ho abbandonato la casa per disperazione dopo aver comprato oltre una diecina di autovetture del gruppo tra Alfa Romeo , Autobianchi e Fiat .Il motivo ?
Con le Alfa passavo i miei giorni più dal meccanico (per le messe a punto e non solo) e dal carrozziere (per la ruggine alla carrozzeria ) che non sul lavoro o in famiglia. E nonostante questi continui e costosi controlli (anche da meccanici diversi ma sempre autorizzati Alfa) un paio di volte sono dovuto ricorrere al soccorso il carro attrezzi sull’Autostrada.
Dopo la seria e responsabile lettera della Casa di recarmi subito a far un controllo sulla mia A112 perché tutte le autovettura di quel periodo rischiavano di incendiarsi , ne ho acquistata una nuova che , a parte la marmitta catalitica da cambiare ogni sei mesi , ha dopo un anno avuto una rottura di un semiasse (roba da rischiare la vita , appena salvata dal pericolo d’incendio) .
Dopo una breve e travagliata esperienza ( rottura del radiatore e mille altri problemi ) con altre piccole autovetture FIAT ( 126, 500 ) decido ,tre anni ,fa di andare sul sicuro e cioè su un’autovettura super collaudata , una Panda 4x4 . Bene , mi si rompe subito il cambio , fortunatamente negli ultimi giorni di garanzia (al contrario di quanto è avvenuto con le altre autovetture ove i guasti si verificavano a partire dalla scadenza della garanzia) . Poi , fuori garanzia, mi si rompe la cintura di sicurezza (mai verificato a nessuno che io conosco) , il tubicino della benzina (con rischio d’incendio) , il manicotto dell’acqua ecc. ecc.
La domanda che si porrà chi legge tale bollettino di guerra è se il guidatore non sia la causa di tutti questi guasti . Ma la risposta è semplice , le suddette autovetture sono state guidate da più guidatori, i diversi componenti della famiglia che ora , con autovetture di altre marche , oltretutto esteticamente più belle, non hanno più questi problemi se non quelli di normale manutenzione .
Non voglio per carità generalizzare , diciamo solo che sono stato sfortunato . Certamente molti altri devono essere stati sfortunati se pensiamo che la Fiat sta in crisi e che le fabbriche giapponesi , nonostante la campagna diffamatoria sulla difficoltà di reperimento dei pezzi di ricambio, stanno invadendo i mercati e stanno tentando di comprare le fabbriche che la Fiat dismette .
Quello che a me fa rabbia è che la crisi deriva da mentalità sbagliata dei manager e del sindacato, dato che non mancano le capacità per chi è in grado di produrre la Ferrari .
Purtroppo , e questa è la mia conclusione, la crisi della Fiat non è la semplice crisi di un’azienda ma un ulteriore chiaro sintomo che è in crisi un modo di pensare l’economia , come già è avvenuto con la crisi del sistema economico sovietico e cinese .
L’economia , materia ben diversa dalla finanza e dalla politica , non è manipolabile e le sue regole sono rigide , come quelle della fisica .
Io spero solo che la crisi di questa azienda sia un’occasione per meditare e non per litigare sui nostri errori economici e di porci rimedio , guardando ai Paesi che sono e saranno sempre più leader nel Mondo reale .
Novembre 2002
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